Reinier van Houdt
Elsewhere, 2022
reductionism

(ENGLISH TEXT BELOW)
È una sfida insidiosa ma che mi vedo sempre costretto a cogliere: perché sull’opera di Jürg Frey c’è tutto da dire eppure nulla: in essa alberga il mistero profondo del suono, il suo potere subdolo e nondimeno trasparente, cristallino come le note che il compositore svizzero traccia sullo spartito con la stessa compìta fatalità, non v’è dubbio, del padre spirituale Feldman.
Ma la sfida più ardua grava sempre sull’interprete, incaricato di sottrarre la partitura al destino di un fuoco fatuo, di un esercizio d’assenza le cui rade impressioni echeggino a vuoto, come punteggiature rubate al loro discorso e rimaste sospese, cripticamente, nel languore di un foglio bianco.