Beliah / Heilbron / Majkowski / Shirley – Bertrand Denzler: Low Strings

Confront, 2023
drone, microtonal


(ENGLISH TEXT BELOW)

Circa dalla metà degli anni novanta e sino a tempi ancora recenti, le varie estetiche riconducibili alla drone music sono state perlopiù votate a suggerire un immaginario cinematico, espressionistico, utilizzando l’estensione temporale come un’enorme tela pittorica. Un cambio di paradigma, oltre che di mezzi, si è reso vieppiù necessario col maturare di una consapevolezza che, instillata dall’onda lunga delle avanguardie novecentesche, ha finito per affascinare le nuove generazioni di musicisti sperimentali: ovvero che la materia sonora è in grado di scolpire il tempo, plasmarlo a propria somiglianza e dunque modificarne la percezione, se non addirittura l’essenza.

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Quatuor Bozzini – Éliane Radigue: Occam Delta XV

Collection QB, 2023
drone, microtonal


(ENGLISH TEXT BELOW)

Le numerose e articolate declinazioni strumentali confluite nella serie ‘Occam Ocean’ rappresentano l’inesausto esercizio di un perpetuo divenire sonoro, della sua incarnazione sino al sopraggiungere di un illuminato oblio. In assenza di partiture fissate su carta, l’interprete ne diviene il custode tanto quanto, e forse ancor più dell’ideatrice originaria, l’agente e il medium di una visione che si dà soltanto nella fragile transitorietà del tempo presente.
Ha dunque un’importanza relativa che “Occam Delta XV” (2018) sia di fatto il primo quartetto d’archi nel catalogo di Éliane Radigue, poiché in tale contesto l’ordine gerarchico d’ascendenza classica – dal solista all’orchestra – si appiana ed assolutizza in un canto la cui profondità non dipende dal dispiego strumentale ma dalla rigorosa disciplina, sia tecnica che mentale, cui Radigue ha infallibilmente condotto ciascuno dei suoi collaboratori.

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Alvin Lucier – Swing Bridge; Sizzles

Australian Art Orchestra
Austin Buckett

Mode, 2023
experimental, microtonal


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Una mente generosa, inventrice di un’arte priva di autoreferenzialità e finanche di stile, se non quello che la realtà fenomenica e gli oggetti-strumenti, le cui voci segrete furono rivelate dall’orecchio sensibile di Alvin Lucier, conferiscono in maniera sempre diversa a ciascuna performance – “No ideas but in things”, citando il titolo del documentario biografico dedicato al decano statunitense. In termini assoluti, egli non ha fatto altro che accostarsi al suono come avrebbe fatto il primo antenato dell’uomo, in maniera interrogativa, reverenziale, e al contempo disposta allo stupore; in termini relativi, ovvero strettamente musicali, niente di meno che una rivoluzione copernicana.

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Deathprod – Sow Your Gold in the White Foliated Earth

Smalltown Supersound, 2022
drone, microtonal


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Sebbene la storia ufficiale continui a farne menzione soltanto in poche sbrigative righe, l’utopia musicale di Harry Partch non ha mancato di ispirare devoti proseliti che ne perpetuassero le invenzioni e lo spirito idiosincratico sino ai giorni nostri. Attivo da oltre trent’anni a livello internazionale, l’ensemble tedesco Musikfabrik possiede dal 2013 una replica dell’intero set di strumenti costruiti dal compositore statunitense, elementi imprescindibili della sua ricerca formale ed espressiva: con essi, per la prima volta dopo oltre quarant’anni, è stata registrata integralmente l’opera “Delusion of the Fury”, capolavoro musical-teatrale che, nell’intreccio tra farsa e tragedia, attinge tanto al teatro greco antico quanto al Noh giapponese.

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