Jürg Frey – Continuité, fragilité, résonance

Quatuor Bozzini / Konus Quartett

Elsewhere, 2023
contemporary classical, reductionism


(ENGLISH TEXT BELOW)

Videmus nunc per speculum in aenigmate, tunc autem facie ad facies

1 Corinzi 13,12

È risaputo che la statura di ‘classico’ non venga decretata mai in tempo reale ma soltanto a posteriori, talvolta con giudizi diametralmente opposti alla fortuna ottenuta dall’autore nel corso della sua vita. Inutile fare scommesse in tal senso, poiché a nessuno è dato di sapere chi, tra mezzo secolo, sarà elevato alle glorie dell’arte e chi, per un motivo o per l’altro, cadrà nell’oblio della storia. In apparenza, dunque, non vi sarebbe alcuna giustificazione nel conferire una simile onorificenza a un outsider consapevole e adamantino come Jürg Frey, se non fosse per l’abnegazione con la quale ha perseguito – e oramai raggiunto – la cristallizzazione di un’estetica riduzionista che mira all’essenza ineffabile della musica, non trovando ragion d’essere altro che in se stessa.

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Quatuor Bozzini – Éliane Radigue: Occam Delta XV

Collection QB, 2023
drone, microtonal


(ENGLISH TEXT BELOW)

Le numerose e articolate declinazioni strumentali confluite nella serie ‘Occam Ocean’ rappresentano l’inesausto esercizio di un perpetuo divenire sonoro, della sua incarnazione sino al sopraggiungere di un illuminato oblio. In assenza di partiture fissate su carta, l’interprete ne diviene il custode tanto quanto, e forse ancor più dell’ideatrice originaria, l’agente e il medium di una visione che si dà soltanto nella fragile transitorietà del tempo presente.
Ha dunque un’importanza relativa che “Occam Delta XV” (2018) sia di fatto il primo quartetto d’archi nel catalogo di Éliane Radigue, poiché in tale contesto l’ordine gerarchico d’ascendenza classica – dal solista all’orchestra – si appiana ed assolutizza in un canto la cui profondità non dipende dal dispiego strumentale ma dalla rigorosa disciplina, sia tecnica che mentale, cui Radigue ha infallibilmente condotto ciascuno dei suoi collaboratori.

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Quatuor Bozzini – Alvin Lucier: Navigations

Collection QB, 2021
contemporary classical, experimental

(ENGLISH TEXT BELOW)

In questi ultimi anni, finalmente, il pioniere della sound art Alvin Lucier può godersi il meritato privilegio di essere riconosciuto come figura di culto per una nuova generazione di musicisti classici e d’area sperimentale, spontaneamente catalizzati dalle sue intuizioni tanto essenziali quanto pregnanti, rivolte all’ascolto profondo di una vasta e inesplorata fenomenologia sonora.
Contestualmente, dopo decenni di studi empirici sulle proprietà degli oggetti e dei materiali più disparati, è emerso con crescente nitidezza l’interesse del decano statunitense per la strumentazione tradizionale: un aspetto sottolineato in particolar modo nelle pregevoli edizioni della Black Truffle – dall’antologia live Illuminated by the Moon (2018) ai brani per la Ever Present Orchestra (2020) da lui fondata. È in questo stesso solco che si inserisce il nuovo album dell’eccellente Quatuor Bozzini, ideale excursus nelle indagini microtonali e “concrete” di Lucier applicate a un ensemble di soli strumenti ad arco.

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