Fabio Perletta – Dove apparirà la polvere?

901 Editions, 2022
reductionism, sound art


(ENGLISH TEXT BELOW)

La storia delle arti – specie quelle visive – ci insegna che una bozza non è mai soltanto tale: in essa sono racchiusi tutti i potenziali dell’opera compiuta, il suo esito ufficiale così come ogni altra sembianza che, per qualche motivo, non ha potuto o voluto assumere. A metà via tra diario di bordo e bilancio annuale, l’ultima pubblicazione di Fabio Perletta recupera e conferisce dignità propria ai materiali che hanno trovato o meno collocazione in lavori precedenti (in particolare Un fiocco di neve, del 2021), e proprio nell’eterogenesi delle sue componenti discrete trova una sorprendente unitarietà stilistica, forse la sintesi più evocativa dell’attitudine che anima la sua intera produzione.

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Linnéa Talp – Arch of Motion

Thanatosis Produktion, 2022
experimental, drone


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Come le varie gradazioni cromatiche, una volta assommate, risultano nell’indeterminatezza di un non-colore, così si direbbe che, a un ideale punto di convergenza tra le tendenze che hanno rinvivito la sperimentazione acustica negli ultimi anni, corrisponda un’assenza di precise coordinate stilistiche, una sintesi formale capace di racchiudere in sé le anime del minimalismo, della “sacralità profana” e della pura fenomenologia sonora investigata dai decani outsider del secondo Novecento. È musica che alberga in uno spazio elusivo, fatuo a tal punto da carezzare appena l’incorporeità, e tuttavia vibrante di palpiti rari ad avvertirsi persino nel panorama delle nuove poetiche della riduzione.

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Don Malfon – MUTABLE

Relative Pitch, 2022
free impro, avantgarde


(ENGLISH TEXT BELOW)

L’arte è forse l’unico ambito della nostra esistenza in cui la consapevolezza dei propri limiti diviene una decisa esortazione a travalicarli. Non vi è infatti alcun rischio reale, a parte un eventuale fallimento – ma tale a giudizio di chi? –, nulla va perduto e tutto ha da conquistarsi. È in tal senso esemplare, ancorché non comune, il caso del sassofonista catalano Don Malfon (Alfonso Muñoz), il quale sembra concepire l’intero suo contributo performativo come una sfida alla materialità dello strumento, un’interrogazione che esige quante più risposte possibile e, come in un laboratorio scientifico, tende a innescare un processo di ipotesi e verifiche sempre nuove.

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Joëlle Léandre & Núria Andorrà – BLA BLA BLA duo

Fundacja Słuchaj, 2022
free impro


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Chi frequenta abitualmente le frange più radicali della musica spontanea avrà notato, con ogni probabilità, che certe volte non si sa dire perché qualcosa funzioni o meno: l’alchimia tra improvvisatori è difficile a spiegarsi e sembra dipendere da un quid ineffabile, una linea sottile che separa il trionfo dal disastro; nulla di strano, a ben vedere, per un’arte fondata sull’assenza di premeditazione e che consapevolmente elegge il rischio a cifra poetica.
In altri casi, invece, ogni cosa appare da subito chiara, il gesto sonoro è fulmineo ma controllato, la tensione tra i corpi (umani e non) produce un senso di attesa spasmodica, d’un tratto la seduta dell’ascoltatore si fa troppo stretta e scomoda: è in atto una nuova genesi, la coniazione di un lessico musicale senza reali termini di raffronto, e che proprio in forza della sua assoluta estraneità, paradossalmente, diviene subito familiare a tutti.

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Ryoji Ikeda – Ultratronics

NOTON, 2022
glitch, minimal techno


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La perfezione in quanto concetto assoluto non riguarda l’umano, e dunque tantomeno il frutto delle sue pratiche artistiche. Soltanto l’oggettivazione dei grezzi dati informatici, fintanto che si riferiscono unicamente a loro stessi, può pretendere di avvicinarla secondo i medesimi principi della matematica e della geometria in astratto.
Dal radicale riduzionismo degli esordi alle più recenti installazioni audiovisive, l’estetica di Ryoji Ikeda non ha mai ammesso eccezioni a un rigore formale i cui risvolti (post?)musicali appaiono quasi accidentali, tale è la perizia tecnica con cui i suoi tableaux digitali vengono assemblati e rifiniti, intrisi di innumerevoli dettagli che in nessun caso ne intaccano l’equilibrio – prossimo, per l’appunto, all’inumano.

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