Fabio Perletta – Dove apparirà la polvere?

901 Editions, 2022
reductionism, sound art


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La storia delle arti – specie quelle visive – ci insegna che una bozza non è mai soltanto tale: in essa sono racchiusi tutti i potenziali dell’opera compiuta, il suo esito ufficiale così come ogni altra sembianza che, per qualche motivo, non ha potuto o voluto assumere. A metà via tra diario di bordo e bilancio annuale, l’ultima pubblicazione di Fabio Perletta recupera e conferisce dignità propria ai materiali che hanno trovato o meno collocazione in lavori precedenti (in particolare Un fiocco di neve, del 2021), e proprio nell’eterogenesi delle sue componenti discrete trova una sorprendente unitarietà stilistica, forse la sintesi più evocativa dell’attitudine che anima la sua intera produzione.

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Ensemble Ektòs – Semèia Kài Tèrata

901 Editions, 2022
reductionism


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Nel corso degli ultimi decenni le vie dell’understatement musicale si sono andate ramificando e radicalizzando non soltanto sul fronte estetico ma anche su quello concettuale: una volta approfondito il dialogo col silenzio (o meglio, con la sua apparenza), qualcuno si è domandato se fosse possibile perseguire l’utopia di una “sparizione autoriale”, ovvero il manifestarsi di una realtà sonora non sollecitata, pressoché inavvertita. E non si tratta di compiere uno sterile atto di modestia, bensì di valicare i limiti estremi dell’intenzione creativa e sondare l’ipotetica soglia liminale tra suono naturale e artificiale. In questo interstizio si cela, forse, la “musica a venire” teorizzata da François Bonnet, svuotata di ogni personalismo per darsi nella sua incorrotta essenza.

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Nicola Di Croce – Affective Room Tones

901 Editions, 2021
ambient, field recordings

Cover image by Giacomo Cosua. © Veilhan/ADAGP 2021

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Quand’è che uno spazio diventa luogo? È sufficiente conferirvi una funzione, un determinato carattere, affinché possa acquisire la propria identità? O è piuttosto la presenza di esseri senzienti a sottrarlo all’anonimia? Le installazioni sonore di Nicola Di Croce – come in fondo ogni opera d’arte – non possono realmente prescindere da coloro che ne faranno esperienza diretta, e anzi esse si nutrono di questa necessaria interazione fisica, sensoriale ed emotiva.
Registrato negli spazi dello Studio Venezia di Xavier Veilhan – allestimento progettato per la Biennale di Venezia 2017 –, Affective Room Tones accoglie e integra in sé le voci degli avventori e le altre tracce inavvertite del loro passaggio, elementi acustici in grado di popolare e modificare le sorgenti di diffusione predisposte dall’artista.

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Fuantei – Kaze ga kanjō o hakobu. Subete ga kawarudarou

901 Editions, 2021
ambient, field recordings

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Credo che non ci sia momento più appropriato del primissimo mattino, appena sul fare del giorno, per ascoltare questo delicatissimo esordio di Fuantei: quel momento in cui i contorni dell’orizzonte si stagliano come tenui pitture di luce, mentre lo scenario acustico si popola, un minuto alla volta, dei distintivi flussi sonori umani, animali e meccanici. Ecco, questo piccolo, pregnante tratteggio musical-documentale è la libera descrizione di un frangente di vita liminale, ancora imbevuto di un viscoso onirismo destinato a dissolversi nella caotica commozione della quotidianità.

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