Ryoji Ikeda – Ultratronics

NOTON, 2022
glitch, minimal techno


(ENGLISH TEXT BELOW)

La perfezione in quanto concetto assoluto non riguarda l’umano, e dunque tantomeno il frutto delle sue pratiche artistiche. Soltanto l’oggettivazione dei grezzi dati informatici, fintanto che si riferiscono unicamente a loro stessi, può pretendere di avvicinarla secondo i medesimi principi della matematica e della geometria in astratto.
Dal radicale riduzionismo degli esordi alle più recenti installazioni audiovisive, l’estetica di Ryoji Ikeda non ha mai ammesso eccezioni a un rigore formale i cui risvolti (post?)musicali appaiono quasi accidentali, tale è la perizia tecnica con cui i suoi tableaux digitali vengono assemblati e rifiniti, intrisi di innumerevoli dettagli che in nessun caso ne intaccano l’equilibrio – prossimo, per l’appunto, all’inumano.

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Toshimaru Nakamura – Culvert – No-Input Mixing Board 10

Room40, 2021
glitch-noise, experimental electronic

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Probabilmente nessuno, alle soglie del nuovo millennio, avrebbe scommesso sulla longevità dell’intuizione di Toshimaru Nakamura: dopo averne intravisto le potenzialità, invece, egli ha promosso la no-input mixing board a suo (non)strumento esclusivo, inaugurando una lunga serie di composizioni sperimentali che ancora oggi ne attestano la duttilità e l’inebriante alterità sonora.Tre anni dopo l’edizione del nono volume Re-Verbed (2018), è di nuovo la Room40 di Lawrence English a perpetuare questa eredità elettroacustica in divenire, attualmente orientata a un’estetica glitch-noise sempre più estrosa e coinvolgente.

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Ryoji Ikeda – Music for Installations vol. 1

Codex Edition, 2021
minimal glitch, sound art

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La riduzione del mondo sensibile a un fluire inarrestabile di dati, di vuoti (zero) e pieni (uno): così appare – in un riflesso tanto pregnante quanto radicalmente astratto dell’età contemporanea – l’arte installativa di Ryoji Ikeda, dispiegata in ambienti ipnotici e immersivi entro i quali perdere contatto con la realtà tangibile, arrivando a immaginarsi come parte passiva di una Flatlandia governata dal calcolo e soggetta a una rigorosa suddivisione geometrica del tempo e dello spazio.
Rimane da chiedersi, in questo come in altri casi analoghi, se sia del tutto lecito dissociare la soverchiante componente visiva dal sound design che ne costituisce parte integrante, benché talvolta divenga inevitabilmente secondaria rispetto alle architetture di luce che invadono le gigantesche sedi espositive cui è destinata, in maniera vieppiù capillare, la fruizione dell’arte contemporanea.

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Mika Vainio – Last Live

Editions Mego, 2021
noise, glitch

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A me in fondo non dispiace l’idea che questo sia davvero il lascito finale di Mika Vainio. Non perché il guru dell’elettronica finlandese non avesse ormai più nulla da dire – tutt’altro, a giudicare anche dai progetti pubblicati postumi –, né per il fatto che questo live rappresenti una qualche summa del suo incompiuto percorso di sperimentazione. È soltanto una conclusione putativa e non un testamento volontario, ma malgrado ciò ci resta quantomeno l’opportunità di apprezzare un’uscita di scena aspra e incompromissoria, un affondo risoluto nel più radicale minimal/massimalismo analogico.

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Ø ‎– Kiteet

Sähkö, 2020
glitch, reductionism

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Scavare negli archivi non dovrebbe mai essere una manovra di ripiego, quanto piuttosto l’opportunità di rintracciare storie perdute, incomplete o dimenticate attraverso un’appassionata ricostruzione filologica. Dopo una sequenza di album postumi (Reat, Lydspor One & Two, The Heat Equation) volti a chiudere il cerchio sulle ultime produzioni del compianto Mika Vainio – opere autonome e commissioni che ne attestano ulteriormente la statura artistica – valeva senz’altro la pena di riportare alla luce un capitolo emblematico della sua carriera agli esordi, prova straordinariamente precoce del suo distintivo immaginario sonoro. Kiteet [‘Cristalli’] ci racconta di un’epoca in cui le diverse traiettorie dell’utopia e dell’avanguardia estetica potevano ancora incrociarsi fertilmente, dando vita a progetti multidisciplinari innovativi fondati su una visione comune dall’assoluta coerenza concettuale.

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