Merzbow & Lawrence English – Eternal Stalker

Dais, 2022
drone/noise

(ENGLISH TEXT BELOW)

L’inatteso – benché non insospettabile – sostegno di Lawrence English alla “causa” Merzbow è stato forse il primo passo decisivo verso un graduale allontanamento dagli stereotipi che da sempre accompagnano il leggendario capofila del noise giapponese, i quali pretendevano l’esperienza della sua arte come irrimediabilmente divisiva e dolorosamente fine a se stessa. Una tardiva quanto necessaria riconsiderazione della sua opera dovrà perciò tenere in maggior conto gli elementi alla base del dirompente amalgama sonoro di Masami Akita come anche la sua vocazione trascendentale, che nel rifiuto categorico di ogni possibile riferimento al reale trova la chiave per un atto creativo assoluto, estaticamente sovrumano.

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Aaron Turner – To Speak

Trost, 2022
drone/noise, experimental

(ENGLISH TEXT BELOW)

Se dovessimo basarci soltanto su alcuni degli esiti più brillanti che la scena sperimentale dell’ultimo decennio ci ha offerto, verrebbe spontaneo credere che l’odierno chitarrista detesti l’identità universalmente riconosciuta del proprio strumento, vero e indiscutibile protagonista del Novecento musicale. Sebbene certi luminari del rock ne avessero già rivelato l’anima più lirica e tormentata, la sei-corde è finita nelle mani dei mediocri come degli eccelsi, degli amatori come dei virtuosi, ma sempre confinata entro un canone relativamente ristretto, poco permeabile all’ibridazione o persino allo stravolgimento della propria natura timbrica.

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Francisco Meirino – The Process of Significance

boxset reissue
Misanthropic Agenda, 2021
noise, eai

(ENGLISH TEXT BELOW)

Per alcuni la creazione artistica è un puro medium, nien’altro che un tramite espressivo, mentre per altri è uno spazio disgiunto dalla realtà entro il quale annullarsi, cedendo all’illusione (e segreta seduzione) di una non-esistenza corporea e della trasmutazione in un flusso di pure e intangibili energie fisiche. Gli strumenti e i materiali elettronici sono quanto di più prossimo a tale utopia, il paradigma attraverso cui simulare la “scomparsa” dell’artista e performer dietro un’architettura di timbri freddi ma pulsanti, esito dell’azione occulta condotta da un autentico deus ex machina.

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Alex Cunningham – Rivaled

Void Castle, 2021
harsh noise, avantgarde, free impro

(ENGLISH TEXT BELOW)

La mia passione per la sfera sperimentale nasceva assieme alla fascinazione per gli estremi: porte spalancate dalle devianze hardcore e gli imperscrutabili ermetismi della cosmogonia zorniana, dagli stridori disumani di Diamanda Galás e dall’impeto nichilista di Merzbow; arrivare a solcare la vertigine del suono totale rimette in prospettiva ogni ascolto precedente, attivando nuovi livelli percettivi cui il consumo musicale passivo non potrebbe in alcun modo dare accesso.
Vi è una forma d’estasi inaspettata, serendipitosa, nel trasformare il gesto sonoro in un simulacro letteralmente “amplificato”, fuor di proporzione, o nel ricavare dal nulla un’alterità timbrica sino a prima inimmaginabile. Su queste due polarità, tra distorsione elettrica e puro ‘sonorismo’ acustico, si gioca l’ultimo progetto del violinista americano Alex Cunningham, votato al più categorico rifiuto della maniera accademica in favore di un espressionismo radicale e, in ultima istanza, trascendente.

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