Sprite & Sacred – Unscripted Eras, Deathbloom Service

Next Year’s Snow, 2022
experimental electronic, plunderphonics

(ENGLISH TEXT BELOW)

Con le pubblicazioni dell’etichetta digitale Next Year’s Snow ci si appresta quasi sempre a fare diretta e angosciosa esperienza dell’ipertrofia post-internettiana in musica: un horror vacui e pleni al tempo stesso, laddove però il tempo è materia che alimenta e divora incessantemente sé stessa, annichilendo segni e significati in un magma sonoro viscoso e inesorabile.
Indipendentemente dal gusto personale – con forti riserve persino da parte dello scrivente –, è un tipo di ascolto che esercita effetti emotivi paragonabili a nessun altro nell’attuale panorama elettronico. E dopo l’opera-monstre di un’ancora adolescente Janis Lago, non si può che provare analoghe sensazioni in questo vasto sforzo collaborativo a firma Sprite & Sacred (moniker condiviso dei progetti Octa Möbius Sheffner e Roguelike), già accolto con favore dall’underground più oscuro e oltranzista della rete.

Leggi tutto / read more

Bryce Hackford – Cloud Holding

Futura Resistenza, 2022
experimental electronic, sound art

(ENGLISH TEXT BELOW)

È diventato fin troppo facile – oseremmo dire scontato – produrre musica completamente “artificiale”, ricorrendo esclusivamente a software non soltanto autosufficienti, ma in grado di replicare, come in uno speculare mondo sommerso, l’intera gamma della strumentazione acustica. Assai meno banale, soprattutto dopo decenni in cui ci siamo vieppiù abituati ai linguaggi della musica elettronica, è riuscire a trasmettere efficacemente la sensazione dell’artificialità, l’irriducibile, straniante divario tra vivente e inanimato.
Nel caso del quinto LP del polistrumentista newyorkese Bryce Hackford, la chiave di tale forma espressiva si rivela nell’attuazione di un procedimento inverso, manipolando fonti tratte da una performance collettiva quel tanto che basta a farle sembrare aliene o, in certi casi, del tutto irreali.

Leggi tutto / read more

Pan Daijing – Tissues

PAN, 2022
choral, drone, experimental electronic

(ENGLISH TEXT BELOW)

Disse John Cage che «i dischi rovinano il paesaggio», vale a dire tradiscono o addirittura snaturano l’essenza dell’accadimento sonoro così come esso si dà nell’immediato (non-mediato). Un punto di vista radicale e per certi versi inconfutabile, ma che in rapporto all’ascolto privato, differito nel tempo, può essere facilmente capovolto: così anche il “paesaggio”, l’insieme dei fondamenti concettuali, tecnici e performativi, molto spesso distoglie l’attenzione da ciò che si sperimenta a un livello puramente uditivo, persino una volta che l’opera musicale sia stata fissata definitivamente su un supporto fisico o digitale.

Leggi tutto / read more

Alter Ego || + Matmos / + Pan Sonic

Die Schachtel, 2021
contemporary classical, experimental electronic

(ENGLISH TEXTS BELOW)

Sarebbe un errore maldestro – se non del tutto ingenuo – rispolverare la sterile retorica dell’incontro fra “alto” e “basso”, sfera colta e popolare: quando, tra il 2004 e il 2005, l’ensemble Alter Ego fece squadra con i duo Matmos e Pan Sonic, questi si erano già rivelati quali compositori di caratura superiore, al punto da divenire, negli stessi anni, capofila dell’avanguardia elettronica. I loro concerti collaborativi non furono quindi un mashup posticcio di sonorità acustiche e artificiali, bensì una fusione a caldo di energie dirompenti e visioni artistiche in totale simbiosi, nel segno del misticismo e della virulenza.

Leggi tutto / read more

Toshimaru Nakamura – Culvert – No-Input Mixing Board 10

Room40, 2021
glitch-noise, experimental electronic

(ENGLISH TEXT BELOW)

Probabilmente nessuno, alle soglie del nuovo millennio, avrebbe scommesso sulla longevità dell’intuizione di Toshimaru Nakamura: dopo averne intravisto le potenzialità, invece, egli ha promosso la no-input mixing board a suo (non)strumento esclusivo, inaugurando una lunga serie di composizioni sperimentali che ancora oggi ne attestano la duttilità e l’inebriante alterità sonora.Tre anni dopo l’edizione del nono volume Re-Verbed (2018), è di nuovo la Room40 di Lawrence English a perpetuare questa eredità elettroacustica in divenire, attualmente orientata a un’estetica glitch-noise sempre più estrosa e coinvolgente.

Leggi tutto / read more