Tony Conrad / Arnold Dreyblatt / Jim O’Rourke – Tonic 19-01-2001

Black Truffle, 2023
drone, minimalism


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Entrare in contatto diretto con la singolare visione di Tony Conrad – che fosse in qualità di performer aggiuntivo o di semplice ascoltatore – presupponeva la categorica rinuncia all’idea della musica come dato di fatto, come qualcosa che preesiste la sua manifestazione e attende soltanto di compiersi. Per Conrad il suono è materia viva, e dunque antitetica all’astrazione: il presente è l’unica istanza nella quale può crearsi e svilupparsi, al pari di un organismo che non giunge mai a una forma pienamente risolta – per l’appunto “ideale” – bensì trova in un costante processo evolutivo la sua stessa ragion d’essere. In quest’ottica ogni performance assume un carattere topico, diviene la dimostrazione empirica di una fenomenologia inusitata attraverso la quale si disvelano le dinamiche profonde della realtà acustica.

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Linnéa Talp – Arch of Motion

Thanatosis Produktion, 2022
experimental, drone


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Come le varie gradazioni cromatiche, una volta assommate, risultano nell’indeterminatezza di un non-colore, così si direbbe che, a un ideale punto di convergenza tra le tendenze che hanno rinvivito la sperimentazione acustica negli ultimi anni, corrisponda un’assenza di precise coordinate stilistiche, una sintesi formale capace di racchiudere in sé le anime del minimalismo, della “sacralità profana” e della pura fenomenologia sonora investigata dai decani outsider del secondo Novecento. È musica che alberga in uno spazio elusivo, fatuo a tal punto da carezzare appena l’incorporeità, e tuttavia vibrante di palpiti rari ad avvertirsi persino nel panorama delle nuove poetiche della riduzione.

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Maxime Denuc – Nachthorn

Vlek, 2022
minimalism


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Qui accade qualcosa di semplice e straordinario, qualcosa che oggi, con il graduale ritorno all’analogico e all’unplugged, dovrebbe verificarsi assai più di frequente: l’elettronica si mette al completo servizio dell’universo acustico, pur mantenendo intatte entrambe le matrici e rafforzandone le inalienabili specificità.
Siamo presso la St. Antonius Kirche di Düsseldorf, il cui organo a canne principale è stato implementato con un sistema di controllo informatico integrale, tale per cui una qualsiasi composizione realizzata con un software di notazione MIDI può essere eseguita senza alcun intervento manuale. Uno strumento essenzialmente meccanico, dunque, che diviene pura macchina, artefice passivo di un’operazione musicale predeterminata, non soggetta all’umore e alle accidentalità cha caratterizzano l’esecuzione dal vivo di un (fallibile) essere umano.

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Wild Up – Julius Eastman Vol. 2: Joy Boy

New Amsterdam, 2022
contemporary classical, minimalism


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L’improvvisa rinascita del culto reazionario di Julius Eastman, cresciuto esponenzialmente negli ultimi anni, ha scatenato una sorta di corsa all’oro da parte di numerosi ensemble d’ambito americano come anche europeo. La produzione scarsamente documentata (persino in termini di carte autografe) dell’outsider statunitense ha costituito un’occasione ghiotta non soltanto per l’ampliamento dei repertori con materiale ancora pressoché “vergine”, aperto a varie interpretazioni difficili a contestarsi, ma anche per fare di una figura artistica così eccentrica una sorta di vessillo, in un’era dove l’inclusività è in cima all’agenda di qualunque attività che debba relazionarsi con il pubblico, sia in un’ottica strettamente commerciale che in quella culturale.

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Quentin Tolimieri – Monochromes

elsewhere, 2022
minimalism, experimental

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Osservare da vicino la pittura minimalista può cambiare per sempre il nostro sguardo. Ci accorgiamo che i riquadri, gli “schermi” di colore non sono, anch’essi, altro che sommatorie di pazienti campiture stratificate nel tempo, che persino nella più radicale continuità cromatica difficilmente riescono a celare la loro genesi additiva.
Perciò non è mai del tutto vero che il dipinto sia unicamente e totalmente presente, poiché in esso è concentrata l’intera, imprescindibile linea temporale del gesto pittorico, che se manca di rivelarsi allo sguardo è soltanto per effetto di distanza o di semplificazione gestaltica.

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