Spektral Quartet, Julia Holter, Alex Temple – Behind the Wallpaper

New Amsterdam, 2023
modern classical, songwriter


(ENGLISH TEXT BELOW)

Non so dire con certezza se ci sia effettivamente stato, ormai una quindicina di anni fa, un periodo d’oro nel corso del quale la musica indie seppe mettere a frutto un certo qual afflato neoclassico, una raffinata indole cameristica che già oggi tende ad apparire un poco démodée. So per certo che alcuni di quegli episodici album furono la delizia del tardo adolescente che ero, un’oasi idilliaca nel pieno disorientamento esistenziale, e oggi una nostalgia che non sapevo di avere – quantomeno prima di ascoltare Behind the Wallpaper.

Leggi tutto / read more

Battle Trance – Green of Winter

New Amsterdam, 2022
avant-jazz, post-minimalism


(ENGLISH TEXT BELOW)

Intrepido: tale si è dimostrato il quartetto di sax tenori Battle Trance lungo il suo coerente percorso artistico, alzando ogni volta l’asticella della propria eccentrica espressività. In ciò la trilogia edita da New Amsterdam somiglia più a un training di gruppo che non a una tipica serie tematica – impressione che trova conferma nell’abbondante lasso temporale che separa il capitolo centrale da quello conclusivo.
Dopo gli apprezzati Palace of Wind (2014) e Blade of Love (2016), la terza suite tripartita della formazione newyorkese segna la conquista di un linguaggio strumentale sempre meno dipendente dagli stilemi dell’avanguardia jazz e della ripetizione differente, ma rivolto piuttosto all’arcano interloquire degli elementi, a quel soffio vitale che fa vibrare la natura nella sua primitiva sinfonia.

Leggi tutto / read more

Wild Up – Julius Eastman Vol. 2: Joy Boy

New Amsterdam, 2022
contemporary classical, minimalism


(ENGLISH TEXT BELOW)

L’improvvisa rinascita del culto reazionario di Julius Eastman, cresciuto esponenzialmente negli ultimi anni, ha scatenato una sorta di corsa all’oro da parte di numerosi ensemble d’ambito americano come anche europeo. La produzione scarsamente documentata (persino in termini di carte autografe) dell’outsider statunitense ha costituito un’occasione ghiotta non soltanto per l’ampliamento dei repertori con materiale ancora pressoché “vergine”, aperto a varie interpretazioni difficili a contestarsi, ma anche per fare di una figura artistica così eccentrica una sorta di vessillo, in un’era dove l’inclusività è in cima all’agenda di qualunque attività che debba relazionarsi con il pubblico, sia in un’ottica strettamente commerciale che in quella culturale.

Leggi tutto / read more