Sub Rosa, 2021
post-minimalism

(ENGLISH TEXT BELOW)
La sempre virtuosa etichetta belga Sub Rosa ha scelto la strada dell’oggettività e, di conseguenza, del politicamente corretto nel presentare come ‘tre brani estesi per quattro pianoforti’ quella che sin dal principio, tra il 1979 e il 1980, fu concepita da Julius Eastman nella forma di una trilogia afferente alla sua ‘Nigger Series’: e benché egli non sia stato di certo il primo ad adottare provocatoriamente questa terminologia, essa assume una rilevanza e un’amarezza tutte particolari nel contesto della sua irriducibile militanza in qualità di afroamericano, omosessuale e, di lì a poco, reietto della società.
Malgrado il suo sfavillante talento di compositore e performer, Eastman ha lasciato questo mondo nel più miserevole silenzio ed è stato pressoché dimenticato per lunghi anni fin quando, sul finire del secolo scorso, la compositrice e conoscente Mary Jane Leach non ha avviato una ricerca estensiva per salvare la documentazione e le partiture disperse di questa voce così singolare dell’avanguardia americana.