Black Truffle, 2020
experimental, sound art

(ENGLISH TEXT BELOW)
Si è visto anche negli ultimi tempi come gli stilemi della ricerca drone ed elettroacustica stiano facendo un ingresso sempre più deciso nella composizione “classica”: un riavvicinamento alla strumentazione tradizionale che non tradisce – e anzi arricchisce di ulteriori densità e nuances cromatiche – gli studi sulla percezione e le pratiche di ascolto profondo introdotti nel secondo Novecento. Dunque solo in apparenza un “ritorno all’ordine”, e piuttosto una strategia vincente per portare tali sonorità anche in quelle sale da concerto che ancora faticano ad accogliere le innumerevoli schegge della contemporaneità.
Se volessimo individuare le figure-guida di queste e molte altre affascinanti propaggini creative, dovremmo senz’altro tenere in conto due pionieri come Éliane Radigue e lo statunitense Alvin Lucier: risaliti alla radice del suono puro, l’una attraverso il sintetizzatore modulare ARP 2500, l’altro ricorrendo alla matericità degli oggetti (‘No ideas but in things’), entrambi si rivolgono oggi a fidati musicisti assieme ai quali perpetuare e far evolvere le loro pluridecennali intuizioni.