Johnny Chang & Keir GoGwilt – hope lies fallow

Another Timbre, 2022
chamber music, microtonal


(ENGLISH TEXT BELOW)

Culturalmente quanto di più distante dal concetto di “secoli bui”, l’epoca precedente il florilegio rinascimentale segnò l’apice di un’espressione artistica umile, ponderata e nondimeno gloriosa, tutta rivolta ai misteri della fede cristiana e intimamente ispirata dal timor di Dio. In un tale contesto, ove scienza e religione intridevano appieno la conoscenza del mondo da parte dell’uomo, non era insolito che venissero alla luce figure poliedriche come Ildegarda di Bingen (1098 –1179), autrice di composizioni musicali e poetiche oltre che depositaria di saperi enciclopedici. Le sue opere riflettono lo stupore contemplativo di fronte alla maestà del Creato, interpretandone l’intrinseca armonia in un cantus firmus di quieta magnificenza.

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Scarcity – Aveilut

The Flenser, 2022
atmospheric black metal, totalism


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Il metal è sempre stata materia – per definizione – “dura”, ma anche straordinariamente porosa, più o meno consapevolmente permeabile agli influssi di altre dimensioni musicali con le quali sembrava non potesse sviluppare alcun dialogo fruttuoso. Con buona pace dei puristi, perciò, si può dire che l’afflusso di una linfa “colta” nelle vene della musica estrema, dal cambio di secolo in poi, abbia dato vita a declinazioni entusiasmanti e ventilato aria fresca nelle asfittiche stanze di certi sotto-generi oramai canonici e apparentemente inviolabili.

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Éliane Radigue / Frédéric Blondy – Occam XXV

Organ Reframed, 2022
drone, microtonal

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Mai come nel caso di Éliane Radigue, un divario incolmabile separa ciò quel poco che ci offre una percezione distratta da ciò che, invece, si rivela nell’ascolto profondo e attentivo: sentire ciò che sente lei, infatti, non ha solamente a che fare con le fenomenologie latenti del suono acustico, ma forse in definitiva con il mistero stesso dell’essere, con quella radice sovrumana che alberga in ciascuno di noi ma che ci ostiniamo a non riconoscere – figuriamoci darle espressione. E se già molteplici sono state le epifaniche occasioni di incontro con queste verità, anche grazie alla serie di pubblicazioni a marchio Shiiin, il solo per organo “Occam XXV” (2018) potrebbe davvero condensare, in una forma di solenne essenzialità, il senso ultimo dell’assidua ricerca condotta dalla decana francese lungo un mezzo secolo, sia sul fronte elettronico che su quello strumentale.

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Éliane Radigue – Occam Ocean 4

Shiiin, 2022
drone, microtonal

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Nessuno dei capitoli pubblicati nella serie ‘Occam Ocean’ può davvero rivelarsi ridondante, né tantomeno superfluo: ogni nuova uscita approfondisce e arricchisce di nuovi aspetti fenomenici la ricerca condotta da Éliane Radigue nel dominio strumentale, avventura iniziata all’alba del nuovo millennio con il definitivo abbandono del sintetizzatore ARP 2500, sino ad allora il suo mezzo d’espressione esclusivo.
Il metodo è ormai collaudato ma non immutabile, poiché è il mutamento la sua stessa ragion d’essere e di proliferare: ogni nuovo adepto accolto nella casa della decana francese diviene la partitura vivente di un’immagine legata all’acqua – da lui o lei soltanto tramandabili a futuri interpreti –, un catalizzatore di energie elementali riversate nella voce singolare del proprio strumento.

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Catherine Lamb – Aggregate Forms

JACK Quartet

Kairos, 2021
contemporary classical, microtonal

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Nel momento in cui le innovazioni emerse dall’ambito della sperimentazione drone e microtonale arrivano a modificare (se non elidere) le forme, gli intenti e i significati della composizione “classica”, si rende sempre più necessaria l’adozione di una nuova tassonomia, al fine di indicare una cesura netta rispetto ai canoni e alle correnti sino ad allora predominanti. Anche presso l’establishment della neue musik, infatti, risulta ormai trasversale il riconoscimento di figure come Alvin Lucier, Phill Niblock ed Éliane Radigue quali maestri di una poetica del suono allo stato puro, numi tutelari di quella che potremmo idealmente definire “composizione fenomenica”.

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