Sofa, 2022
reductionism

(ENGLISH TEXT BELOW)
Immaginiamo che lo scorrere della vita di tutti proceda a un ritmo estremamente, impossibilmente più lento di quello reale: se ad esempio, per leggi fisiche assai inclementi, la nostra facoltà di movimento nello spazio fosse limitata a un passo al minuto, ogni decisione relativa alla nostra mèta non verrebbe mai presa alla leggera, bensì dopo una ponderata riflessione e un’analisi delle nostre necessità fondamentali.
Ora trasliamo questa ipotesi in una prospettiva sonora e musicale: se all’interprete spettasse un unico (e ovviamente irreversibile) gesto nell’arco di sessanta secondi, con quale disposizione lo compirebbe? E inoltre: fino a che punto può spingersi l’insistenza sull’ascolto puro e profondo da parte di una corrente espressiva che ha sempre dialogato alla pari col silenzio – spesso scegliendo di tacere pur di svelare la dignità del fenomeno sonoro “periferico” o residuale –?