Michael Francis Duch – mind is moving (IV) by Michael Pisaro-Liu

Sofa, 2022
reductionism

(ENGLISH TEXT BELOW)

Immaginiamo che lo scorrere della vita di tutti proceda a un ritmo estremamente, impossibilmente più lento di quello reale: se ad esempio, per leggi fisiche assai inclementi, la nostra facoltà di movimento nello spazio fosse limitata a un passo al minuto, ogni decisione relativa alla nostra mèta non verrebbe mai presa alla leggera, bensì dopo una ponderata riflessione e un’analisi delle nostre necessità fondamentali.
Ora trasliamo questa ipotesi in una prospettiva sonora e musicale: se all’interprete spettasse un unico (e ovviamente irreversibile) gesto nell’arco di sessanta secondi, con quale disposizione lo compirebbe? E inoltre: fino a che punto può spingersi l’insistenza sull’ascolto puro e profondo da parte di una corrente espressiva che ha sempre dialogato alla pari col silenzio – spesso scegliendo di tacere pur di svelare la dignità del fenomeno sonoro “periferico” o residuale –?

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Michael Pisaro-Liu – Revolution Shuffle

Erstwhile, 2021
sound art

(ENGLISH TEXT BELOW)

Due secoli fa ne avrebbero scritto un’opera lirica in tre atti, con numeri di grande enfasi canora e orchestrale; dalle avanguardie in poi, uno spettacolo multidisciplinare che fondesse epoche e culture distanti tra loro, mitologia greca e guerriglia metropolitana. Ma una volta spremuti anche i linguaggi della postmodernità, come si può rappresentare la rivoluzione? E ancora: è possibile assumere in merito una posizione di distacco critico, lasciando che sia soltanto il simulacro sonoro della realtà a farsi narratore (presuntivamente) imparziale?

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Michael Pisaro-Liu: Tombstones

Barbara Dang & Muzzix

elsewhere, 2021
contemporary classical

(ENGLISH TEXT BELOW)

Nel panorama dei compositori afferenti al collettivo Wandelweiser, Michael Pisaro-Liu rimane probabilmente il più versatile e imprevedibile: ciò a motivo del fatto che, laddove quasi tutti hanno finito per racchiudere la loro estetica entro un insieme di soluzioni espressive ben riconoscibili, lo sperimentatore americano non si sazia mai di espedienti formali che lo portino lontano dalle sue conoscenze pregresse, e che spesso gliene offrano di nuove e inattese. Accade così che ciascun progetto appaia realmente inedito e che diventi perciò una sorta di unicum, una singolarità creativa difficilmente raffrontabile a quelle che l’hanno preceduta.

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Keith Rowe / Michael Pisaro – 13 Thirteen

Erstwhile, 2017
eai

(ENGLISH TEXT BELOW)

Ci è quasi impossibile immaginare un’esistenza al di là del bene e del male, spersonalizzata e libera da connotazioni positive o negative: sarebbe necessaria una totale immobilità, qualcosa di più prossimo alla non-esistenza, per non dare più adito alla significazione che permea ogni aspetto della nostra esperienza sensibile.
Seguendo strade piuttosto diverse, l’inglese Keith Rowe e l’americano Michael Pisaro hanno a lungo ricercato un netto distacco dalle forme precostituite: l’uno gettando le fondamenta della free impro assieme all’AMM, “disimparando” l’approccio alla chitarra stendendola in orizzontale; l’altro partendo dalla lezione cageana per dare forma, assieme ai compositori del collettivo Wandelweiser, a un’estetica para-musicale che fa uso del silenzio come (a)cromia pura e primaria della tavolozza.

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Shira Legmann / Michael Pisaro – Barricades

Elsewhere, 2019
contemporary classical

photography by Michael Pisaro / design by Yuko Zama

Il passato come archivio e scrigno di infinite scoperte, un’immensità retroattiva entro la quale si possono rivivere e reimmaginare le intuizioni di menti sopraffine succedutesi nel tempo. Il corso dei secoli ha perpetuato le invenzioni più brillanti come, in certi casi, gli enigmi che la figura dell’artista ha sempre goduto nell’ordire alle spese del suo pubblico.
È tale il caso di un rondò contenuto nel VI Ordine dei brani per clavicembalo di François Couperin (1668-1733): “Les Barricades Mystérieuses” è un intreccio polifonico di melodie che si avvincendano con studiati ritardi l’una dall’altra, in una vorticosa giostra di ritmi e armonie in perfetto equilibrio entro la quale, tuttavia, vengono anche a crearsi spontanee e fuggevoli dissonanze.

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