Bertrand Gauguet / John Tilbury – Contre-Courbes

Akousis, 2021
free impro

(ENGLISH TEXT BELOW)

Con quale spirito si può tentare di instaurare un legame creativo tra generazioni e ascendenze stilistiche distanti nel tempo? Da dove si comincia a immaginare e intravedere un comune orizzonte espressivo? Potrebbe sembrare relativamente facile accostarsi e allinearsi a una filosofia improvvisativa (in verità assai prossima a un credo religioso) che non contempla prove preliminari e che si affida unicamente alla sensibilità dei performer convocati di volta in volta: alla prova dei fatti, tuttavia, risulta quasi impossibile ignorare la memoria storica delle pionieristiche esperienze ed estetiche sviluppatesi attorno alla sigla AMM, di cui il pianista John Tilbury (*1936) si è mantenuto nei decenni uno dei baluardi più costanti e rappresentativi.
Adottando un approccio altrettanto distintivo e integralista, il sassofonista francese Bertrand Gauguet (*1970) è riuscito a stabilire un contatto originale con il decano inglese, eludendo certi automatismi nelle dinamiche di dialogo in favore di un netto eppur garbato contrasto formale, foriero di oblique soluzioni para-musicali.

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Morton Feldman – For John Cage

Darragh Morgan / John Tilbury

Diatribe, 2020
20th-century classical

(ENGLISH TEXT BELOW)

Si tende a semplificare eccessivamente la musica del Morton Feldman maturo come scevra da dinamismo, quasi fosse la simulazione dello scorrere di un tempo oggettivato e idealizzato, in alcun modo influenzabile dal sentire umano. La natura indubbiamente riflessiva, il carattere di perenne sospensione e irrisolutezza delle sue ampie partiture fanno sì che anche gli interpreti stessi, in molti casi, mantengano un certo “cerebrale” distacco nella loro esecuzione, che richiede peraltro un livello di concentrazione e disciplina non comuni. 
È anche per queste ragioni che ho percepito un netto contrasto tra le incisioni passate e la nuova pubblicazione dell’etichetta irlandese Diatribe, che vede il violinista Darragh Morgan e John Tilbury – massima autorità del pianismo feldmaniano – impegnati in una mirabile rilettura del brano esteso “For John Cage” (1982), intitolato al pioniere del secondo Novecento col quale l’autore intrattenne una lunga amicizia e un fervido dialogo intellettuale.

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John Tilbury – 31.8.16

OTOroku, 2016
free improvisation


Che si traduca in lunghi versi altisonanti o nell’essenzialità di un haiku, la poesia rimane tale nelle forme più varie, in qualche modo complementari l’una all’altra, continuamente intrecciate nel vasto fluire del tempo. Per John Tilbury non si tratta di un motivo di riflessione, ma di una predisposizione che gli risulta del tutto naturale assecondare.
Pur avendo sempre dedicato un’attenzione speciale al momento presente – come “materia” musicale nell’interpretazione dell’opera pianistica di Morton Feldman, e come carpe diem nell’arte improvvisata – la sensibilità di Tilbury è in grado di mettere sullo stesso piano il classicismo inglese di William Byrd(e) e Orlando Gibbons e la sospensione tonale/temporale del secondo Novecento, ove i linguaggi musicali si sono definitivamente sfaldati conducendo l’arte della composizione a un punto di non ritorno.

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John Tilbury / Keith Rowe / Kjell Bjørgeengen – Sissel

Sofa, 2018
free improvisation

cover art by Kjell Bjørgeengen

Da quindici anni a questa parte sono stati ben pochi gli incontri in studio fra Keith Rowe e John Tilbury, veterani dell’avanguardistica esperienza AMM, collettivo inglese che dalla fine degli anni 60 ha dato forma e sostanza all’arte della libera improvvisazione musicale. Chitarra elettrica e pianoforte della formazione, la loro discreta e intransigente impronta sonora rimane tuttora inconfondibile ovunque essa si manifesti.

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