XIPE – Nepantleras

zOaR, 2022
free folk, experimental

(ENGLISH TEXT BELOW)

Quante forme può assumere l’utopia? Moltissime quella politica, mentre quella poetica, in definitiva, una soltanto: il superamento del linguaggio, l’abolizione del significante in favore del nudo significato, il bruciante nucleo dell’essere vivi. Allora anche le più solide strutture musicali e il senso compiuto della parola divengono viatici verso l’oblio, l’assenza a sé stessi. È in tale fruttuosa sfera di alterità espressiva che si sviluppa il dialogo tra Ivan Bringas e Giulia Deval, il neonato duo sperimentale XIPE alla corte di Elliott Sharp, che con la sua zOaR Records dà alle stampe un esordio conciso e di radice istintuale, adeso alla dimensione mitica e mistica da cui le Muse ne hanno ispirato la creazione.

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Oker – Susurrus

shhpuma, 2021
free impro/folk

(ENGLISH TEXT BELOW)

La scienza ci narra delle origini del Tutto come di un’incommensurabile esplosione, un fragore che nessuna orchestra o artificio elettronico potrebbe mai riprodurre in parte ancorché infinitesimale. Nella nostra limitatezza umana possiamo tentare di avvicinare soltanto l’estremo opposto, immaginando una genesi che da un silenzio gelido e senza vita vada dischiudendosi in un timido sussurro, per poi aprirsi gradualmente al canto di una primordiale armonia collettiva.

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Weekly Recs | 2020/16

Kim Myhr – Vesper (Hubro, 2020)

Sylvain Chauveau – Life Without Machines (FLAU, 2020)

Oscillatorial Binnage – Agitations: Post​-​Electronic Sounds (Sub Rosa, 2020)

SEC_ & Tricatiempo – La Tana (Subincision, 2020)

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The Depths Above

Ko Ishikawa / Nikos Sidirokastritis / Giorgos Varoutas / Harris Lambrakis / Anna Linardou

Underflow, 2020
experimental / free folk, post-world

(ENGLISH TEXT BELOW)

Esiste un’utopia retroattiva? Se l’anelito a un futuro idealizzato, proiezione perfetta e totalizzante della nostra personale visione del “bene”, è per sua natura irrealizzabile, allora esso equivale al rifugiarsi col pensiero in un passato incorrotto, forse nemmeno mai esistito, dissociato dalla storia documentata del genere umano – glorioso nelle opere, perlopiù deprecabile nelle azioni. 
The Depths Above è il canto di un mondo prima del mondo e di un tempo fuori dal tempo, pre-culturale e pre-civilizzato, radicato nel ritualismo di esseri viventi che non conoscono divinità al di fuori di loro stessi: un orizzonte talmente sgombero dalla significazione e in contatto col puro sentire, che risulta difficile trovare il contesto e la disposizione mentale adatti a riconoscerne e apprezzarne l’eccentrica singolarità.

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