Annesley Black – Things That Didn’t Work the First Time

Kairos, 2022
contemporary classical

(ENGLISH TEXT BELOW)

Storicamente parlando, l’ansia di comunicare ha sempre (benché forse involontariamente) squalificato le peculiarità del linguaggio sonoro – che, di fatto, linguaggio non è. Eliminare i costrutti e le costrizioni concettuali dal processo creativo offre un accesso privilegiato al potere assoluto, non sollecitato, che la musica è in grado di esercitare sull’immaginazione di chi è disposto ad ascoltarla. Ecco donde ha origine il fascino inusitato, finanche alieno, delle fantasie cameristiche di Annesley Black, giovane ed eccentrica autrice di Ottawa, Ontario che a quasi un decennio dal suo primo portrait album (No Use In a Centre, WERGO, 2013) approda ora trionfalmente alla prestigiosa etichetta austriaca Kairos.

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Frederic Rzewski: Speaking Rzewski

Stéphane Ginsburgh

Sub Rosa, 2022
contemporary classical, avantgarde

(ENGLISH TEXT BELOW)

Da dove proviene l’idea – e poi forse l’esigenza, o addirittura l’imperativo morale – dello strumentista parlante? Probabilmente dal rifiuto del rapporto gerarchico tra quest’ultimo e il compositore, che la tradizione classica occidentale ha eletto giudice e tiranno assieme alla non meno temibile figura del direttore d’orchestra; dalla certezza che l’interprete non è soltanto il medium, appunto lo “strumento” di un altrui volere, bensì l’unico vero artefice non di ciò che la musica può essere ma di ciò che è.
Da chiunque venisse eseguita – anche e soprattutto da egli stesso –, l’opera di Frederic Rzewski (1938 – 2021) si è sempre posta in prima persona, sviluppata attorno a menti pensanti ancor prima che musicisti, individui critici disposti a considerare il loro ruolo anche in un’ottica politica, a fare del gesto musicale un atto di concreta resistenza.

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Vilhelm Bromander – aurora

Warm Winters Ltd, 2022
minimalism, chamber music

(ENGLISH TEXT BELOW)

In un panorama di trasversale riavvicinamento a forme e ispirazioni di matrice arcaica – quando non primitiva –, certi musicisti attingono all’idea di un’armonia aurea dimenticata, pienamente risolta nel suo limpido equilibrio tonale; altri, analogamente, tendono a sfrondare le loro partiture da qualsiasi riferimento individualistico, ricercando anche nell’interpretazione una sorta di “oggettività” esente da forzature artificiose.
Il contrabbassista e compositore svedese Vilhelm Bromander sembra contemplare una terza via, un parziale compromesso che tuttavia non rinunci al carattere di imperfetta umanità che accompagna sin dalle origini la creazione musicale, venuta alla luce per tentativi di graduale e sempre crescente raffinatezza.

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Catherine Lamb – Aggregate Forms

JACK Quartet

Kairos, 2021
contemporary classical, microtonal

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Nel momento in cui le innovazioni emerse dall’ambito della sperimentazione drone e microtonale arrivano a modificare (se non elidere) le forme, gli intenti e i significati della composizione “classica”, si rende sempre più necessaria l’adozione di una nuova tassonomia, al fine di indicare una cesura netta rispetto ai canoni e alle correnti sino ad allora predominanti. Anche presso l’establishment della neue musik, infatti, risulta ormai trasversale il riconoscimento di figure come Alvin Lucier, Phill Niblock ed Éliane Radigue quali maestri di una poetica del suono allo stato puro, numi tutelari di quella che potremmo idealmente definire “composizione fenomenica”.

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Georgia Rodgers – September

Apartment House & Zubin Kanga

Another Timbre, 2021
contemporary classical, reductionism

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Le vie del riduzionismo ci hanno sempre più abituati a un’espressività in apparenza priva di personalismi, il più possibile asciugata di un’esplicita significazione affinché le particelle elementari della scrittura musicale potessero rivelarsi semplicemente per come sono. Ma ciò non deve necessariamente indurci a credere che si tratti di “musica per la musica”, dimentica del suo pur necessario destinatario, poiché solo l’ascolto attivo di quest’ultimo può proiettare su di essa percetti, simbologie e sentimenti che la materia sonora, altrimenti, non tradisce.

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