Richard Beaudoin – Digital Memory and the Archive

New Focus, 2023
contemporary classical


(ENGLISH TEXT BELOW)

In maniera analoga alle forme della narrazione e alle arti visive, esistono diversi, intriganti modi di imbastire un discorso meta-musicale, ovvero di far sì che la musica si sviluppi a partire dal suo stesso ragionare su di sé. Da un punto di vista strettamente tecnico, l’avvento della registrazione audio è stato il primo infingimento – nonché il più longevo e pervasivo – per mezzo del quale la musica è divenuta altro da sé, si è fatta materia e nel contempo lingua morta, tradendo la propria natura effimera e ineffabile. La stragrande maggioranza di queste incisioni ha rappresentato il nostro unico contatto (letteralmente mediato) con certe musiche, assurgendo in certi casi al rango di preziosi, insostituibili feticci.

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Real Loud [s/t]

New Focus, 2021
contemporary classical, chamber metal

(ENGLISH TEXT BELOW)

È per lunghe e tortuose vie traverse che le correnti metal degli ultimi vent’anni sono confluite in varie forme nell’ambito della musica “colta”: una vicenda eminentemente americana che ha visto certi pionieri anti-accademici, come Glenn Branca e John Zorn, trasfondere l’estasi elettrica dell’avanguardia rock e dell’hardcore punk nelle vene degli ensemble di matrice classica; una contaminazione tutt’altro che a senso unico, come hanno dimostrato anche le più radicali propaggini math rock e tech-metal, detentrici di vertiginose invenzioni quali nemmeno i maestri del serialismo avrebbero potuto osare.

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Bonnie Whiting – Perishable Structures

New Focus, 2020
contemporary classical

(ENGLISH TEXT BELOW)

Con ogni probabilità è stata la composizione classica occidentale ad “ammutolire” il percussionista, che nelle culture popolari di tutto il mondo è anche presenza vocale e narrativa a lato dell’accompagnamento ritmico. Se già le avanguardie del Novecento, guidate dall’estro visionario di John Cage, avevano riscoperto le segrete proprietà timbriche degli strumenti a percussione (e non solo), con le nuove generazioni si è fatto strada un repertorio solistico aperto a soluzioni inedite e trasformanti, cui l’interprete designato partecipa a ogni livello da co-protagonista.
Trova così una propria dimensione e dignità individuale la figura dello ‘speaking percussionist’, griot e cantastorie del collasso espressivo postmoderno, esploratore di uno spazio-tempo musicale ipertrofico e senza confini.

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