Una variegata lista di dieci “scelte del critico” per il 2022, ordinate per data di recensione.
La vertigine dell’inaspettato e il momento della rivelazione sono ciò che tiene in vita questo sito e chi – non senza fatica – ne cura i contenuti giorno per giorno. Il mio più grande ringraziamento è rivolto a chi conserva il coraggio di osare nuove espressioni musicali e di non scendere a compromessi con la propria visione artistica: su queste pagine ci sarà sempre posto per loro.

A diverse list of ten “critic’s picks” for 2022, sorted by date of reviewing.
The vertigo of the unexpected and the moment of revelation are what keeps this website and he who – not without struggles – curates its contents day in and day out. My greatest thanks go to those who retain the courage to dare new musical expressions and to never compromise their artistic vision: there will always be a place for them on these pages.

***
**
*

Pan Daijing
Tissues

PAN | choral, drone, experimental electronic

Composta per coro a quattro voci ed elettronica, nella performance dell’artista multidisciplinare cinese si delinea ancora una volta un rituale dove la fragilità umana tenta di avvicinare l’ineffabile, la parola si avviluppa in refrain mantrici volti all’abbandono della significazione.

Composed for four-voice choir and electronics, in the multidisciplinary Chinese artist’s performance a ritual is once again outlined where human frailty reaches towards the ineffable, the word envelops itself in mantric refrains aimed at abandoning signification.

***

Vilhelm Bromander
Aurora

Warm Winters Ltd | minimalism, chamber music

Il giovane compositore svedese si circonda di validi interpreti per poi destinarli a strumenti diversi da quelli con cui si sono formati e distinti nei rispettivi àmbiti. Un atto di fiducia non soltanto verso i propri collaboratori, ma anche e soprattutto nel potere espressivo di una musica deprivata della sua presunta ‘esattezza’.

The young Swedish composer surrounds himself with valid interpreters only to assign them to instruments other than those with which they were trained and distinguished themselves in their respective fields. An act of trust not only towards his collaborators, but also and above all in the expressive power of a music deprived of its supposed ‘exactness’.

***

Park Jiha
The Gleam

Glitterbeat | drone folk

Compimento espressivo di immediata e profonda fascinazione, il terzo album della sound artist coreana si manifesta in una cornucopia di tonalità eterogenee ma complementari, timbri di fiati e percussioni che paiono risuonare tra le arcate di un tempio dell’anima.

An expressive achievement of immediate and profound fascination, the Korean sound artist’s third album manifests itself in a cornucopia of heterogeneous but complementary tones, wind and percussion timbres that seem to resonate between the arches of a temple of the soul.

***

Annesley Black
Things That Didn’t Work the First Time

Kairos | contemporary classical

Le fantasie cameristiche della giovane ed eccentrica compositrice di Ottawa si qualificano come un inno perpetuo alla pura inventiva, sprezzante di ogni canonico stilismo eppure lucidissimo nel perseguimento delle sue imperscrutabili intenzioni espressive.

The chamber fantasies of the young and eccentric Ottawa composer qualify as a perpetual hymn to pure inventiveness, defiant of every canonical stylism and yet very lucid in the pursuit of its inscrutable expressive intentions.

***

Stefano Pilia
Spiralis Aurea

Die Schachtel | chamber music, post-minimalism

Radicalmente essenziale nella forma e cristallino nell’esecuzione, il nuovo ‘opus’ del chitarrista e compositore sperimentale italiano delinea un novello canone cameristico, dove il rigore formale è viatico per il totale assorbimento nelle sue stesse trame armoniche e, infine, per l’estasi.

Radically essential in form and crystalline in its execution, the new ‘opus’ by the Italian experimental guitarist and composer outlines a new chamber canon, where formal rigor is the viaticum for a complete absorption in its own harmonic textures and, finally, ecstasy.

***

Alec Goldfarb
What Grieves Frenzy Drown’d

SCRIPTS | contemporary classical, chamber music

Il giovane compositore rampante residente a Brooklyn compila un primo portrait album che ne rispecchi l’animo metamorfico, “scapigliato”, l’obliqua e indefessa ricerca formale che soltanto nella tangibilità del gesto sonoro diviene espressione pregnante.

The young, Brooklyn-based rampant composer compiles a first portrait album that reflects his metamorphic, “disheveled” soul, the oblique and untiring formal research that only in the tangibility of the sonic gesture may become pregnant expression.

***

Scarcity
Aveilut

The Flenser | atmospheric black metal, totalism

Originata dall’elaborazione di lutti personali e dal senso di impotenza di fronte alla crisi sanitaria globale, la cupa visione del duo statunitense ci opprime sino all’ultimo ma col fine evidente di condurre il dolore lacerante verso una forma di sublimazione, glorificando la potenza di sentimenti atroci eppure, altrettanto indubbiamente, umani.

Originating from the elaboration of personal mourning and the sense of helplessness in the face of the global health crisis, the American duo’s bleak vision oppresses us to the last but with the evident aim of leading the lacerating pain towards a form of sublimation, glorifying the power of atrocious yet, likewise undeniably, human feelings.

***

Johnny Chang & Keir GoGwilt
hope lies fallow

Another Timbre | chamber music, microtonal

I due violinisti sperimentali sanciscono qui un connubio espressivo di non comune suggestione, mettendo in risalto la nascosta eppur solida parentela fra le strutture armoniche del Medioevo e le odierne estetiche riduzioniste.

The two experimental violinists seal here an expressive alliance of uncommon charm, highlighting the hidden yet solid kinship between the harmonic structures of the Middle Ages and today’s reductionist aesthetics.

***

Ellen Arkbro & Johan Graden
I get along without you very well

Thrill Jockey | chamber folk, slowcore

Ascrivibili in egual misura alla forma-canzone e alla partitura d’ascendenza classica, le otto sequenze del progetto tra Svezia e Germania permangono saldamente entro i confini di una precisa sfera poetica, un dominio di rarefatta sospensione dove ogni brano sembra tornare a formularsi nel seguente con la stessa sobria, elusiva pregnanza.

Equally ascribable to the song form and the score of classical lineage, the eight sequences of the Swedish-German project remain firmly within the confines of a precise poetic sphere, a domain of rarefied suspension in which each piece seems to formulate itself again into the next with the same understated, elusive poignancy.

***

Minami Saeki / Ayami Suzuki / Taku Sugimoto / Takashi Masubuchi
Improvisation at Permian

self-released | reductionism, onkyo

La poetica riduzionista dei quattro performer giapponesi abbraccia il transeunte e l’ineffabile con ogni nota suonata o taciuta, soppesando i gesti musicali e le pause con la medesima, profondissima cura. L’improvvisazione perde il suo carattere di bruciante impulsività, laddove è piuttosto la ponderatezza a guidare – forse come unico principio ispiratore – gli ermetici e prolungati dialoghi tra chitarre acustiche e voci femminili.

The reductionist poetics of the four Japanese performers embraces the transient and the ineffable with every note played or omitted, weighing musical gestures and pauses with the same, most profound care. Improvisation loses its character of burning impulsiveness, where it is rather thoughtfulness that guides – perhaps as the only inspiring principle – the hermetic and prolonged dialogues between acoustic guitars and female voices.