Stephan Micus – Thunder

ECM, 2023
avant-folk


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Se per i progenitori dell’uomo il Sole è stata la prima e più ovvia manifestazione di una divinità suprema, il tuono avrà invece simboleggiato la sua ira, il flagrante potere di ritrattare la propria benevolenza e di scatenare il caos tra i viventi. Fu poi la mitologia greca a introdurre la figura di Pan, nume silvano che per diletto spaventava i viandanti con ululati tali da scuotere le fronde dei boschi – di qui l’aggettivo panico.
Molti altri culti pagani dell’antichità sono rimasti strettamente legati alla natura e ai suoi elementi, nell’oggettivo riconoscimento di una legge universale cui l’umanità, in ultima istanza, non può fare altro che arrendersi. A questa longeva e ineffabile sovranità sembra rifarsi, una volta di più, l’eccentrica ispirazione musicale di Stephan Micus, tra le firme più rappresentative del prestigioso catalogo ECM sin dai tardi anni settanta.

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Evgueni Galperine – Theory of Becoming

ECM, 2022
modern classical, electroacoustic


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Creare e suonare musica, incidere un disco, sono in fondo imprese che, con la condivisione della conoscenza e la tecnologia di cui disponiamo oggi, risultano alla portata di chiunque sia dotato di sufficiente immaginazione e perseveranza. Assai meno banale, invece, riuscire a trovare la propria voce individuale, un tratto inconfondibile, nella consapevolezza che nulla s’inventa di sana pianta e tutto, anzi, è rigenerazione di esperienze pregresse, predilezioni e memorie latenti.
Sin dalle battute iniziali del suo primo album di brani originali non destinati al cinema, è fuor di dubbio che Evgueni Galperine (*1974) sia figlio tanto del suo tempo quanto, in un certo senso, della storica etichetta che ha scelto di produrlo: ma Theory of Becoming è anche e soprattutto l’attestato di un raggiunto equilibrio fra le espressività predominanti della corrente modern classical e un approccio elettronico volto alla proiezione deformante, ipertrofica, di fonti acustiche nello spazio.

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Barre Phillips / György Kurtág, Jr. – Face à Face

ECM, 2022
free impro


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È da quando l’arte non ha avuto più nulla da dire che le cose si sono fatte veramente interessanti: l’equilibrio compositivo e l’ideale apollineo dell’espressione umana sono stati soppiantati dal disordine e dalla tensione formale, i nervi del gesto creativo si sono scoperti e liberati dal fardello della significazione e della rappresentazione. Un frastagliato fil rouge attraversa la seconda metà del Novecento sino al nostro presente, ed è quello della più autentica e incompromessa libertà: tra le sue fibre, silenzioso, si dipana il singolare percorso di maturazione artistica del contrabbassista statunitense Barre Phillips, esule volontario nel sud della Francia sin dai primi anni 70.

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Nik Bärtsch – Entendre

ECM, 2021
minimalism

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Fedele al procedimento modulare come motore del proprio flusso compositivo ed esecutivo, il pianista svizzero Nik Bärtsch torna in veste solista dopo quasi vent’anni principalmente dedicati alle sue creature collettive Mobile e Ronin, anch’esse presenze stabili nel catalogo ECM: tali ensemble sono i medium privilegiati di una pratica performativa prossima al rituale, dove lo schematismo formale non esclude – e anzi prevede con programmatica esattezza – una tensione verso apici drammatici dal carattere estatico e persino rivelatorio, alimentata con paziente disciplina attraverso concatenazioni ritmico-melodiche esattissime e non di rado trascinanti.

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Erkki-Sven Tüür ‎– Lost Prayers

ECM, 2020
contemporary classical

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Si può lecitamente obiettare che nel tempo la linea editoriale dell’etichetta di Manfred Eicher si sia fatta vieppiù “conservatrice”, con pubblicazioni atte a consolidare un ‘ECM sound’ che ormai di rado si spinge nei territori della sperimentazione e delle nuove avanguardie. Ciò non toglie che, quand’anche si trattasse soltanto della periodica rivendicazione di un primato, è proprio ad Eicher che dobbiamo la diffusione e il riconoscimento internazionale di ammirevoli compositori dell’est Europa e dell’ex Repubblica Sovietica, da Arvo Pärt a Giya Kancheli, da Valentin Silvestrov a Tigran Mansurian.
Risale alla metà degli anni novanta il legame con il maestro estone Erkki-Sven Tüür (*1959), al quale Eicher voleva da tempo dedicare un progetto incentrato unicamente sul repertorio cameristico: sono infatti datati tra il 2002 e il 2017 i quattro brani raccolti nel settimo ‘portrait album’ di Tüür per la New Series del marchio monacense; un corpus inteso a rappresentare incisivamente la fluidità stilistica e la sfuggente evocatività della sua poetica.

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