Codex Edition, 2021
minimal glitch, sound art

(ENGLISH TEXT BELOW)
La riduzione del mondo sensibile a un fluire inarrestabile di dati, di vuoti (zero) e pieni (uno): così appare – in un riflesso tanto pregnante quanto radicalmente astratto dell’età contemporanea – l’arte installativa di Ryoji Ikeda, dispiegata in ambienti ipnotici e immersivi entro i quali perdere contatto con la realtà tangibile, arrivando a immaginarsi come parte passiva di una Flatlandia governata dal calcolo e soggetta a una rigorosa suddivisione geometrica del tempo e dello spazio.
Rimane da chiedersi, in questo come in altri casi analoghi, se sia del tutto lecito dissociare la soverchiante componente visiva dal sound design che ne costituisce parte integrante, benché talvolta divenga inevitabilmente secondaria rispetto alle architetture di luce che invadono le gigantesche sedi espositive cui è destinata, in maniera vieppiù capillare, la fruizione dell’arte contemporanea.